Palazzo Russo è situato in Piazza San Pantaleo, angolo con Via di San Pantaleo e Corso Vittorio Emanuele II. Verso la fine dell’800, in seguito a varie demolizioni per l’apertura di Corso Vittorio Emanuele II, la Piazza ha subito i mutamenti che le hanno fatto assumere l’aspetto odierno.
Edificio neorinascimentale, è ispirato all’adiacente Palazzo Braschi, come rappresentato dalle cinque finestre della facciata principale.
Diversi soffitti del Palazzo sono decorati con affreschi, alcuni di questi sono però andati perduti come quelli del piano nobile.
La struttura è composta da due tipologie murarie: blocchi di tufo con ricorsi in mattoni e blocchi di mattoni pieni. Il piano interrato ha un perimetro in muratura costituita da blocchi di tufo di dimensioni e forma irregolari intervallati da mattoni pieni disposti su tre file. Le pareti e le colonne sono costituite da murature in mattoni pieni in malta.
Anche il pianterreno e il mezzanino sono realizzati con mattoni pieni in malta, con rivestimento a bugnato rustico. Mentre gli altri piani del palazzo sono in muratura di blocchi di tufo, con presenza di mattoni pieni e giunti di malta di calce/pozzolana.
Lo spessore dei muri si differenzia con una riduzione di circa 10 cm per piano, con quelli superiori di uno spessore di circa 80-100 cm.
I solai possono essere considerati come deformabili poiché è assente un cordolo di collegamento alle murature. Nei piani bassi sono sorretti da archi o volte.
Prima di procedere al restauro, Vivenda ha effettuato una modellazione e verifica della vulnerabilità della struttura comprendente sia lo stato di fatto che lo stato di progetto. L’obiettivo è stato identificare l’incremento delle capacità ottenuto in termini di indice di rischio sismico e del relativo miglioramento rispetto allo stato originario dell’edificio.
Le indagini non hanno evidenziato lesioni o danni degli elementi strutturali.
Per gli apparati architettonici decorativi, in accordo con la sovraintendenza, è stato deciso di riproporre le colorazioni originali dell’edificio, nascoste dagli interventi precedenti.
Finestre, cornicioni sommitali, balconi monumentali, marcapiani e le bugne sono state oggetto di decorazione pittorica in finto travertino, mentre è stato conservato l’intonaco per le pareti procedendo con una colorazione in laterizio ottenuta con diversi passaggi di velature. Anche per le pareti esterne si è scelto di mantenere le colorazioni originali a finto travertino.
Nel periodo di costruzione del palazzo gli ambienti erano disposti ai lati di un lungo corridoio centrale, con la presenza di vani porta che garantivano il collegamento tra i locali adiacenti. Questa suddivisione rappresenta un’importante vulnerabilità dell’edificio, in questo modo il suo comportamento scatolare viene a mancare per la presenza delle aperture di questi vani porta. Si è quindi intervenuti con l’inserimento di 44 tiranti messi longitudinalmente e in asse alle murature in tufo listate del secondo e del quarto piano, sulle tre facciate esterne e sulle facciate in chiostrina. Il tutto per una lunghezza di 4 m di barre in acciaio inox di diametro 32 mm, con malta ad alte prestazioni sismiche per garantire la totale aderenza della barra all’interno della muratura, a una quota tale da ricadere all’interno della fascia muraria, al di sopra delle aperture e al contempo in prossimità dell’intradosso dei solai sovrastanti.
È stato così ripristinato l’elemento di vincolo tra le pareti ortogonali e la facciata esterna, garantendo una capacità della struttura rispetto al collasso per ribaltamento delle facciate superiore alla sua capacità globale.