L’immobile, un complesso architettonico di impronta fascista, è situato tra piazza di Tor Sanguigna, Via di Tor Sanguigna e Via Agonale a ridosso dell’area archeologica sotterranea dello Stadio di Domiziano a due passi dai palazzi del governo.
La piazza prende il nome da Tor Sanguigna, l’edificio in laterizio e blocchi di tufo residenza della nobile famiglia romana dei Sanguigni.
La torre medievale divenne l’emblema della zona, grazie soprattutto agli episodi di violenza che vi si perpetuarono come l’esecuzione di Riccardo Sanguigni che, per essersi schierato con la famiglia rivale dei Colonna, venne qui giustiziato nel 1406.
Le facciate dell’edificio sono rivestite in laterizio di mattoncini in pasta gialla e rosa, donano una vibrazione cromatica che interrompe il bianco del travertino che invece riveste l’intero basamento fino al balcone centrale, anch’esso in travertino come le cornici delle finestre.
Grazie a un’indagine preventiva sullo stato dell’immobile, Vivenda ha notato come il rivestimento laterizio dell’intera fascia centrale era affetta da cedimento a causa dell’incompatibilità dei materiali usati durante la realizzazione.
Per affrontare il problema, in accordo con la soprintendenza, sono stati realizzati dei fori in corrispondenza delle parti cementizie, in cui sono stati inseriti i fiocchi in fibra di vetro, aperti e ancorati con resina bi-componente epossidica alla rete in fibra di vetro, precedentemente posata in opera con un idoneo collante.
I mattoni originali sono stati necessariamente sostituiti vista la loro carenza e per mantenere la tonalità novecentesca sono state effettuate numerose velature con colori a calce che hanno restituito una continuità cromatica all’intera facciata.